La cartografia in Sicilia

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La ricerca di una direzione dove..........

Orientarsi per cercare cibo, per cercare luoghi dove vivere, per cercare risposte alla propria curiosità, ma anche per cercare un ordine mentale una via da seguire nel modus operandi. Da sempre l’uomo ha cercato di connotare nello spazio e nel tempo tute le sue azioni cercando di dar un ordine al suo vissuto. Quasi una ricerca spasmodica a dei quesiti ancestrali: Chi siamo? Dove andiamo? Ecc.

Infinite le esperienze anche nei graffiti preistorici che raffiguravano scene di caccia e che servivano anche come primitiva mappa per segnalare luoghi dove altri potessero cacciare o che indicassero un luogo di riti collegati all’iniziazione e all’orientamento (Mito di Dedalo, ecc.)

Fin dai primi graffiti quindi l’uomo si è preoccupato di dare un supporto che altri potessero vedere. Anche la nostra regione è stata riprodotta infinite volte prima con aspetto grossolano e poi, oggi con l’uso del rilievo satellitare in maniera perfetta in ogni suo anfratto. Le carte primitive riportavano dati inesatti dovuti alla difficoltà di identificare gli spazi con esattezza e talvolta nei luoghi sconosciuti venivano inserite figure di mostruose creature per indicare l’inaccessibilità del luogo o per abbellire la miniatura.

Recentemente in una riedizione del Atlante di Graffiti Geografici del Carcere dell’Inquisizione in Palermo (secolo XVII) realizzato dal ricercatore e cartografo Giuseppe Di Vita si ha la possibilità di seguire lo sviluppo cartografico della Sicilia a partire dal 1325.

Qui di seguito riportiamo l’introduzione che spiega il perché del volume realizzato in occasione del VII Congresso Geografico Italiano svoltosi a Palermo nel 1910.

«Fu detto: la Storia della Sicilia ha sopra ogni altra al mondo il merito incomparabile di rispecchiare in una forma evidente e nuova il progredire della geografia nelle diverse età, perché al diverso orientamento del tipico triangolo siculo nella Cartografia antica, medievale e moderna corrisponde la esatta e mirabile misura della sua evoluzione nei secoli. E tutti sanno che in Palermo ebbe luogo nel secolo XII per iniziativa del Re Ruggero la più vasta organizzazione di lavoro geografico compiuto dopo l’epoca romana; e che in questo lavoro lo sceriffo Edrisi di Ceuta seppe fissare la Sicilia nella forma di orientazione intermedia fra la Cartografia antica e la moderna. Ma nessuno mai avrebbe immaginato che fin nelle prigioni attigue ad uno dei più importanti palazzi storici di Palermo, ove si celano i misteri di tante anime contristate dalla cupa gelosia di un potere iniquo, accanto al fiore della poesia gemebonda, scritta sulle pareti, era cresciuto pur anco l’albero pensoso della conoscenza geografica. L’industria pietosa di un dotto paziente, devoto alle patrie memorie, il comm. Giuseppe Pitrè, ha strappato il velo che copriva la pagina più gentile della storia di Palermo al tempo dell’Inquisizione, e sui muri del carcere orrendo ha messo a nudo il secreto delle coscienze desolate, strappandone il grido supremo........

Ma nella folla crucciosa degli epigrammi grotteschi e delle liriche flebili, ha un posto singolare la serena forma geografica, che ad alcuno di quegli infelici captivi piacque di accarezzare nelle linee caratteristiche dell’isola bene amata. I due graffiti cartografici scoperti nel muro di due diverse prigioni annesse al Palazzo Chiaramonte, ora sede di tribunale, sano davvero un documento nuovo dello spirito geografico degli italiani prima e dopo l’Epoca delle grandi scoperte marittime e, in modo particolare, dei Siciliani al tempo del Maurolico e del Ventimiglia. E quei graffiti ci vengono ora dinanzi, tolti alle rude oscurità del carcere, inattesa offerta del destino ad un Congresso Geografico. Essi vengo ora a noi come un saluto melanconico di altre età, e ci si presentano, per cura di questo Comitato Esecutivo, fedelmente riprodotti, nel disegno, integrati con intelligente fatica dal più ingegnoso ricercatore di cimeli cartografici siciliani, Sig. Giuseppe Di Vita, e da lui illustrati con un così abbondante corredo di comparazioni grafiche ben appropriate, delle quali appunto risulta evidente quel particolare carattere della varia configurazione della Sicilia in tempi diversi, che all’Isola nostra assegna un posto unico nella Storia della Geografia.(Palermo/22/Febbraio/1910 - Cosimo Bettacchi)

Esaminando i disegni appare evidente lo sforzo profuso nella raffigurazione che risulta sorprendente come somiglianza in alcune riproduzioni, considerato che i mezzi adoperati non erano minimamente paragonabili alla ripresa satellitare, o a riprese aeree.